Groupama-FDJ, Jacopo Guarnieri: “Giusto prendere tutte le precauzioni del caso, ma giusto anche ricordarsi che siamo vivi e dobbiamo vivere” “
Jacopo Guarnieri racconta la sua quarantena. Con tante corse cancellate, il corridore della Groupama si trova attualmente costretto in casa, dove ogni giorno cerca di trovare un modo per rendere produttiva la sua giornata. L’azzurro cerca di tenersi impegnato con attività di vario tipo e di tenersi aggiornato su quello che accade nel mondo, ma cercando anche di staccare la spina quando le informazioni cominciano a diventare troppe. Tra le varie attività che svolge in casa c’è anche l’allenamento, in vista della ripresa delle corse che gli mancano ovviamente tantissimo.
“Vivo questa situazione un po’ come tutti, aspettando delle news, seguendo l’evoluzione delle cose sui giornali, parliamo di problemi che vanno al di là del mondo sportivo e del ciclismo – ha dichiarato – Cerco di fare ogni giorno il meglio possibile per far passare la giornata, per cercare di crescere in qualche cosa, un po’ di allenamento, un po’ di attività con mia famiglia, con il cane, in giardino. Probabilmente ci saranno altri giorni da fare così è importante tenere un equilibrio”.
Il classe ’87 si è poi espresso in maniera contraria sull’eventualità di disputare il Tour a porte chiuse: “Ci sono stati momenti di riflessioni, perché abbiamo sentito parlare di Tour senza pubblico e lì ti rendi conto che il ciclismo è fatto di persone che ti vengono a vedere. Tutti vorremo fare il Tour, ma con milioni di persone per strada. Ti rendi conto di quello che davvero ti piace nel tuo sport. La cosa che mi manca di più in assoluto è mettere il numero sulla schiena e fare le volate con Arnaud Démare, Ramon Sinkeldam, Ignatis Konovalovas, fare le strategie al mattino e poi provare a metterle in pratica in corsa, analizzare quello che è andato bene, quello che è andato male e cercare di vincere”.
Inoltre, il corridore italiano ha specificato il motivo per il quale non vuole sottoporsi a una quantità eccessiva di informazione, ricordando che la vita riprenderà, chiudendo poi con una dedica agli operatori sanitari: “Sto cercando di tenermi aggiornato su quello che sta succedendo in Italia e nel mondo, ma voglio evitare una quantità enorme di informazione. Penso che sia una tecnica di sopravvivenza, è giusto sapere quello che sta accadendo, ma non può diventare l’unica ragione di vita. Giusto prendere tutte le precauzioni del caso, ma è giusto anche ricordarsi che siamo vivi e che dobbiamo vivere. Gli operatori sanitari in questo momento sono messi a durissima prova sia per la mole di lavoro enorme, sia per la malattia che stanno affrontando insieme ai malati e anche per la carenza di protezioni. Il mio pensiero va sicuramente a loro, che stanno facendo un lavoro impressionante e all’oscuro, perché non vivono di certo sui social o davanti a una telecamera, quindi forza ragazzi, tenete duro”.
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